giovedì 3 giugno 2010

SEYMOUR GLASS

Ricordate Fabio Stassi e il suo libro, Holden, Lolita, Zivago e gli altri? Quel giorno, alla stazione Termini, ebbi l'onore di consegnargli le prime copie fresche di stampa. Ne approfittai per una vibrante protesta: nella sua enciclopedia dei personaggi letterari ne mancava uno che io amo molto, il protagonista assente di tutta la narrativa di J.D. Salinger dopo Il giovane Holden. Assente perché compare in carne e ossa solo in un racconto breve, Un giorno perfetto per i pescibanana. Protagonista perché le vicende della sua famiglia continuano a gravitare intorno a lui, anche molto tempo dopo il suo suicidio. Esiste un altro personaggio del genere nella storia della letteratura? Io non credo, e Fabio fu d'accordo con me. Prima di saltare sul treno, mi promise che avrebbe scritto la biografia di Seymour Glass. Eccola qui, in anteprima assoluta.

***

Seymour Glass

Mi ricordo ancora della bicicletta nichelata di Joe Jackson, l’acrobata, e della volta in cui mi fece fare il giro del palcoscenico sul suo manubrio. Avevo cinque anni e non sono più sceso da lì, vi dico. Se volete, posso elencarvi simultaneamente tutti i numeri d’Arte Varia della mia vita. Volteggiavo in spericolato equilibrio su quel manubrio il giorno in cui non andai al mio matrimonio perché ero troppo felice e dovevo calmarmi i nervi; mi ci misi in piedi tutti i mercoledì sera compresi tra il 1927 e il 1934 nei quali divenni una celebrità nazionale con il nome di Billy Black al quiz radiofonico “Ecco un Bambino Eccezionale”; vi restai in posizione yoga e leggendo racconti taoisti come il più giovane ordinario di inglese del mio college e su una gamba sola nelle stanze di un ospedale psichiatrico militare, con i gradi di caporale degli Air Corps, alla fine della guerra. Da lì sopra potevo riconoscere l’odore di minestra che prendeva New York, la sera, in certi quarti d’ora, o giocare magistralmente a biglie, o scrivere haiku in giapponese di 6 versi e 34 sillabe. Non sono mai stato un esibizionista, ma la mia smodata sensibilità ha sempre avuto un Motivo Sufficiente su cui concentrarsi.
Del resto, sono il primogenito di un circo di sette figli: il mio bisnonno era un clown ebreo polacco che si tuffava da altezze vertiginose dentro tinozze minuscole e i miei genitori portavano in giro un famoso spettacolo di tip tap. So che per i miei fratelli fui una specie di unicorno, un saggio dai pigiami gialli, con il naso ricurvo, una immateriale ragnatela sugli occhi e un tono di voce incredibile. Nessuno mi vide mai sbadigliare. Se un argomento mi interessava, come i pericoli della pesca, potevo diventare irrimediabilmente verboso per settimane. Ma le mie mani erano larghe e leali, appena sporche di nicotina. Mi davano fastidio solo i portacenere troppo pieni e la gente che ti guarda i piedi negli ascensori, e una volta sola tirai un sasso senza motivo a una ragazza mentre accarezzava un gatto nel mezzo di una strada. La parola che amavo di più nella Bibbia era Guardate; lo dissi pure alla radio, ma nessuno ci prestò attenzione.
Ero su quella bicicletta anche nel luminescente 1948 della Florida quando, sul letto di un albergo che sapeva di acetone e valigie nuove, mi sparai alla tempia destra con una Ortgies automatica calibro 7,65. Nascondevo in una sacca 184 poesie inedite e una malattia che non si può spiegare, mia moglie mi guardava e sui calendari il mese di marzo contava 19 giorni e io 31 anni. Poco prima, in mare, assieme a una bambina, avevo inutilmente cercato di catturare un pescebanana.

J.D. Salinger, Nove racconti.

(testo di Fabio Stassi, pubblicato per generosità dell'autore)

2 commenti:

  1. Grazie a tutti e due.
    Dopo la tanto attesa morte di Salinger - nella viva speranza di poter mettere le mani su nuove avventure dei Glass - una profonda delusione mi aveva colpito. Pensavo che sarebbe venuto giù il mondo e invece sono venute giù solo grosse banalità. Tutti a parlare di Holden. Come se Salinger...
    Per cui grazie di aver ricordato Seymour Glass. Senza di lui i Glass non avrebbero avuto crisi o insuperabili problemi di crescita, avrebbero saputo affrontare il mondo con forza geniale, in una parola non sarebbero stati i Glass. Senza Seymour Glass non ci sarebbe stato neppure Holden.
    Salinger ha sempre scritto delle conseguenze presenti lasciate da qualcosa di grosso e oltremodo doloroso accaduto nel passato. La guerra, il suicidio di Seymour. Viene tutto da lì.
    Una precisione da maestrino noioso, Seymour Glass è anche il protagonista dell'ultimo racconto pubblicato di Salinger: Hapworth 16, 1924 (New Yorker)
    ciao,
    fabio guarnaccia

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  2. ciao fabio, grazie.
    è vero: "hapworth 16, 1924" è il secondo racconto in cui compare seymour, ma in forma di bambino di sette anni. per me non è davvero seymour, è una specie di avvertimento. e comunque non cambia niente. come te credo davvero che tutta la narrativa di salinger giri intorno a questo personaggio, un bambino geniale devastato dalla guerra. J.D. diceva, nei suoi anni di silenzio, di avere scritto molte altre avventure sulla famiglia glass: spero proprio che sia vero, e di poterle leggere prima che sia troppo tardi.

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